WILLIE
(di: Robert West, n° 731)
Costante rinascita. Ogni giorno nasce con me qualcosa di diverso, nuove
prese di coscienza, comprensioni, rivelazioni, ogni giorno cresco e imparo.
Spesso sono gradevolmente sorpreso dalle cose in cui mi imbatto, e mi trovo
a scrollare la testa pensando tra me e me: "..non mi sarei mai sognato
..", e lentamente ma sicuramente sono cresciuto a tal punto da non
lasciare che in questa vita qualcosa mi sorprenda. NULLA!!! Triste io?
Si, ancora mi intristisce l'incessante scenario di perdita in questo posto,
dove perdita e' cio' che si riceve maggiormente. Ho scoperto la morte nei
piu' strani posti e modi, attraverso persone sole che scrivono con le loro
promesse solenni di amore eterno e di appoggio morale, solo per gettare
via tutto quando ottenevano la loro soddisfazione, divenendo cosi' morte
per me. Poi ci sono i metodi tradizionali, l'esecuzione o la morte in altri
modi.
Il suo nome era Willie, un Messicano di 42 anni, quando lo incontrai
la prima volta nel febbraio del 1983. Era, a quel tempo, il barbiere del
braccio della morte, aveva una sedia da barbiere in ogni blocco di celle
che visitava quando era chiamato dalle guardie a sistemarci. Stavo qui
da 16 ore appena quando lo incontrai, seduto nella sua sedia per un taglio
e un po' di conversazione, rimasto con pochi spinelli in mano e un amico
che avevo conosciuto fino alla sua morte, lo scorso luglio. Willie non
era nel braccio della morte, non stava scontando molti anni a quel tempo,
era uno di quei criminali che trascorrono la vita in carcere, 10 anni qui,
5 la', 20 anni un'altra volta. Come me prima della mia sentenza di morte,
Willie voleva uscire e sapeva che le capacita' che possedeva gli servivano
all'interno del carcere, ma all'esterno rappresentavano immondizia. All'interno
se la cavava e persino viveva, all'esterno sopravviveva malamente e faticava
per ottenere una miseria. "Inquadrato nell'ambito dell'istituzione
carceraria" sarebbe un buon modo per descriverlo, a meno che tu sia
uno dei pochi che vogliono approfondire il discorso, nel qual caso ne saprai
di piu' proseguendo. Senza nessun aiuto all'esterno, come altri qua dentro
che sono abbandonati dalle loro famiglie e dai loro amici, Willie tesseva
la sua tela, cercando di soddisfare le necessita' che aveva. Scommesse
sulle partite, sulle lotte, "pick 'em All's" lotterie "shot
guns" a 1$ o 2 a partita, droghe e tabacco di contrabbando, preoccupato
per la nostra salute, fece si' che gli spinelli in Texas circolassero liberamente.
Ultimamente, cio' che gli faceva guadagnare soprattutto il sapone per
la doccia ed il caffe', era cio' che diede al Capitano Disciplinare l'opportunita'
di ucciderlo. Intorno al 1989 Willie usci', percorrendo le strade della
societa' per la prima volta in un decennio e inizio' a darsi da fare per
il tempo perduto, ingerendo cose senza alcun senso di moderazione perche'
preso dalla smania di quel consumismo di massa che si era perso per un
decennio e con la velocita' di una lepre. Sfortunatamente la velocita'
non era il suo forte, l'albatros era attorno al suo collo e la scimmia
sulle sue spalle era l'eroina, cosi' Willie non fuggi' cosi' veloce con
tutto "quel peso" che lo atterrava. Cio' che fu probabilmente
la sua prima fermata fu un posto che divenne il primo di molti di cui Willie
avrebbe fatto esperienza. In una Shooting Gallery a Houston, un posto dove
la vita non procede, divise una sporca siringa con qualcuno pieno di AIDS
e Willie si inietto' una dose di morte lenta. Non piu' tardi di un mese
fu circondato da una coltre di orrore: violazione della sua' liberta' su
parola, arresto, prigione. Nemmeno il tempo di uscire, ed era gia' di nuovo
dentro, tanto in fretta che molti amici neanche avevano fatto in tempo
a sapere che fosse uscito.
Per Willie il tormento ricomincio', mesi che divennero anni, uno che
si confonde con l'altro, il tempo segnato piu' dai maggiori eventi che
dalle date sul calendario. Il Calendario dei Sopravvissuti non ha giorni,
settimane, o mesi, sono semplici quadratini su cui stanno scritti i numeri
1995, 1996, 1997, 1998, 1999, ecc... Ogni volta che lasciavo questo blocco
di celle per una visita, per la Corte disciplinare o per una malattia,
vedevo sempre Willie nella hall. Questa volta aveva un nuovo lavoro, spingeva
uno spazzolone che aveva il suo nome scritto a grandi lettere, su e giu'
per il corridoio principale, fingendo di rimuovere la sporcizia da un pavimento
immacolato. Nell'ultimo anno il suo corpo era molto deperito, i denti cadevano,
il viso era rugoso, faticava a respirare, appoggiato a quello spazzolone
col suo nome sopra. Willie stava morendo miseramente di fronte a Dio ed
a tutti, e tutto cio' che potevamo fare era stare a guardare. "Io
non sto cedendo, Bobby " disse l'ultima volta che lo vidi, "
E' dura, ma sto continuando a sperare". "Lo so" fu tutto
cio' che potei dirgli. Lo conoscevo troppo bene e da troppo tempo per non
sapere che stava mentendo. Mi diede del tabacco. Qui in questo posto dove
anche i favori si ricordano raramente, egli venne chino sul suo spazzolone
e mi porto' del tabacco. All'inizio di luglio arrivò la notizia
che era stato beccato con mezza oncia di marijuana nella hall. Malato,
morente, stava ancora facendo le cose che aveva sempre fatto per sopravvivere.
Non soltanto spendeva energie per ottenere cio' di cui aveva bisogno, ma
cio' gli dava una ragione di vita; il gusto di essere coinvolto e di stare
un passo avanti ai poliziotti teneva quel vecchio uomo vivo. Poi tagliarono
le sue ali. Il sistema giuridico Americano e', molto piu' spesso che no,
una fredda spietata gang di automi politicamente ambiziosi che forzano
i risultati elettorali. Giudici le cui convinzioni e il cui credo si forma
sulla base di cio' che 6 persone su 10 hanno da dire. Per il povero la
Corte e' una camera degli orrori in cui il ricco gioca il ruolo dell'inquisitore
e chi e' accusato diviene l'eretico con zero diritti o possibilita'. Rispetto
a cio' la corte disciplinare della prigione non e' paragonabile: dentro
nessuno ha piu' tregua. Di fronte al Capitano Disciplinare H.W. Frezia,
Willie era nessuno, nessuno tranne l'opportunita' del Capitano di vendicarsi,
di giocare ad essere Dio e di ripulire la prigione e la societa' dei suoi
cancri. Cosi' la sentenza di morte fu imposta sia dentro che fuori dalla
corte, a persone arrestate e condannate senza appello. Alcune persone sono
state portate fuori dalle loro celle e punite severamente mentre aspettavano
il loro processo, altre giustiziate mentre stavano per essere imprigionate,
altre ancora uccise immediatamente. Anche oggi piu' persone sono giustiziate,
prima ancora che vedano una corte, a colpi d'arma da fuoco, a calci, con
pepper gas, a bastonate per soffocamento dalla polizia, poi sono giustiziati
nelle nostre luminose e sterili camere della morte.
Willie fu uno di loro. Qui in Texas, quando il calore estivo raggiunge
i 101 gradi F, queste celle dalle dimensioni di 5x8 piedi diventano forni,
raggiungendo i 110/120 gradi F e ci permettono di combattere il caldo con
un ventilatore che soffia semplicemente aria calda e polvere sopra i nostri
corpi sudati. Per aver spacciato mezza oncia di marjiuana nel corridoio
principale del capitano Disciplinare Frezia, Willie fu condannato a morte:
15 giorni in isolamento senza effetti personali, senza un ventilatore,
pur essendo un malato terminale che si sosteneva a fatica per il suo fisico
deteriorato. Willie, a buon diritto, sarebbe potuto morire nei primi 5
giorni di quei 115 gradi di calore mortale, soffocante e irrespirabile.
Ma non mori'. "Io non cedero', Bobby.". Non mori' nemmeno nei
5 giorni seguenti. Ne' negli altri 5. Malgrado loro, Willie supero' tutti
i 15 giorni, con il calore che strappava, succhiava via la vita dal suo
corpo, un po' per volta. Willie non si stava preparando a morire quietamente,
non laggiu', in solitudine, dove nessuno avrebbe potuto vederlo, non dove
soltanto gli altri prigionieri in isolamento come lui avrebbero potuto
sentirlo. Willie entro' la' dentro con l'intenzione, per l'ultima volta,
di essere visto e sentito da chi lo aveva rinchiuso, da chi lo aveva condannato,
e da tutti quelli di noi che lo conoscevano e si preoccupavano per lui.
La porta dell'isolamento si aprì per lui, un'altra delle porte che
ora riempivano la sua vita. Egli cammino' fuori dalla cella piena di calore
stagnante, l'inferno in terra, e giunse nell'affollato corridoio principale
dell'unita' Ellis I, mescolandosi a quella massa di umanita' in movimento
che cammina sognando di essere di nuovo libera un giorno, e con tutti loro
attorno si piego' e vomito' sangue. Fu portato in infermeria, nella fresca,
ben ventilata infermeria, giacque su un soffice giaciglio e completo' la
sentenza di morte del Capitano Disciplinare Frezia. Nella loro aria condizionata,
mori'...